venerdì 11 dicembre 2015

Time to say goodbye

Eccoci al quarto post #bozze risale a Gennaio 2013, dopo il mio arrivo negli States ovviamente. Anche questo è incompleto, troncato proprio nel mezzo di una frase. Ovviamente quella sera di addii è indelebile come nient'altro nella mia vita, davvero uno dei momenti più significativi della mia vita ed è per questo che lo continuerò in un post #MacchinaDelTempo. Forse non potrò raccontarvi dettagli come l'ora esatta degli eventi o il loro ordine, forse non ricorderò più le parole precise che ci siamo scambiati io e gli altri ma ricordo senz'altro gli eventi in sé o il significato più profondo di quelle parole che non ricordo, in effetti racchiuso nel milioni di abbracci di quella sera.
 Come promesso eccomi qui a scrivere, in ritardo ma meglio tardi che mai.
La cosa mi annoia molto, non ci sono gli accenti su questa tastiera, insopportabile!
Oggi il wifi della scuola da anche i numeri per non so quale misteriosa ragione ed il computer mi segnala ogni singola parola come errata. È una tortura scrivere in questo modo credetemi.
Time to say goodbye ecco il titolo di questo post, ecco la frase che ho cantato ogni secondo i giorni antecedenti alla mia partenza.

Sabato è stato il  mio ultimo giorno di scuola ma avevo iniziato a salutare un po' di gente anche nei giorni precedenti. Valentina mi ha detto che non ci saremo più viste e mi sono abbandonata al mio primo pianto. Il pomeriggio l'ho passato con Fabiana e Sveva che mi hanno portato la sera a casa mia...
E niente, arrivi a casa e trovi foto come questa fuori la porta...

Che amici meravigliosi ho?
Erano tutti lì a casa mia, 70 persone forse? Di più? Che serata, mi hanno organizzato una specie di caccia al tesoro in cui ho anche mangiato cetrioli con la senape e mimato una scena hard usando lo slang americano...
Forse si sono divertiti più loro di me in effetti ahahah
I saluti sono stati più o meno facili quella sera, le persone a me più care sarebbero state con me fino all'arrivo della partenza. O quasi tutte. La mia Spely, Romina, con lei mi sono abbandonata ad un altro pianto.
La sera sono rimasti a dormire da me Jessica, Francesca, Angelo, Gerardo, Luigi, Mirko, Gennaro e Joshua. Tutti accampati come profughi in salone. Io sono stata la prima ad addormentarmi, loro si sono divertiti per un paio di ore in più... Faccio pena lo so, ma sono crollata!
Al mattino li ho dovuti salutare, non Francesca e Jess ma gli altri... Io, Jessica, Angelo e Gerardo siamo cresciuti insieme. Angelo mi ha abbracciato e detto:"Non posso credere di non vederti più almeno una volta a settimana per cinque mesi".
Ed io ho pensato chi mi chiamerà con lo sconosciuto alle 4 del mattino? Con chi riderò cosi' tanto da sentirmi male? Con chi mi metterò nei guai?
Per avere 17 anni ho vissuto abbastanza... Intendo rispetto ad altre persone della mia età, ho fatto davvero tante esperienze ma nessuna di queste era senza loro tre.
Gli ho detto che mi aspetto una loro visita.

I giorni seguenti li ho passati tra vedere altre persone, comprare gli ultimi regali, le ultime cose che mi sarebbero servite, la valigia ovviamente ha aspettato fino all'ultimo giorno. Ecco il mio 15 Gennaio, valigia, estetista, parrucchiere e... Saluti ovviamente. Quelli definitivi però.  La settimana prima avevo gia' salutato i miei nonni paterni e mia cugina con il fidanzato perché sarebbero partiti per Parigi il giorno seguente. Abbiamo passato un po' di tempo insieme a casa poi il momento di andare. Ho abbracciato mia nonna e poi mio nonno. Sono persone anziane, non voglio dire niente a riguardo però  potete capire. Non riuscivo a sciogliere l'abbraccio con mio nonno, lo stringevo forte ma mia nonna pensava fosse lui a non lasciar andare me. Gli ha "urlato contro" di smetterla, gli ha detto di farlo con la voce di una persona che trattiene le lacrime. Le ho detto che ero io, ho abbracciato anche lei per un ultima volta e ho lasciato quella casa. Fuori i miei cugini mi aspettavano, Roberta ha pianto e io anche finche' non sono arrivata a casa. Stessa cosa quando ho salutato i miei zii paterni.
Quel giorno la mia mamma è stata la prima a dovermi salutare, le ho chiesto di non accompagnarmi all'aeroporto, fosse stato per me ci sarei andata da sola in treno.
Aveva uno spettacolo e per questo mentre ero nel pieno della ceretta (evviva) era per lei tempo di andare a teatro, mi ha abbracciato forte, io sono rimasta seduta sul lettino a chiederle di non piangere ma lei piangeva, tanto e le ho chiesto di andare via. Lei se n'è andata e io ho smesso di trattenere le lacrime. Quando lo faccio mi trema il labbro inferiore, tutti nella stanza mi guardavano e avevano capito che stavo per esplodere. E allora mi sono concessa altre lacrime ma non era l'unica a piangere, mia nonna piangeva, mia zia piangeva, Anna la mia estetista piangeva... Poi mi e' toccato salutare mio nonno, una delle persone a cui voglio piu' bene in assoluto.  Erano le 18.00 circa, un'ora dopo papà mi è venuto a prendere e poverino l'ho fatto aspettare in macchina una vita come mio solito. Momento di panico, avevo paura di aver dimenticato qualcosa, non trovavo una prescrizione medica e la collana che i miei amici mi hanno regalato alla festa a sorpresa, un cuore con incisi "we'll be by your side", giravo per tutta la casa agitandomi e innervosendomi, Francesca e Viviana erano appena arrivate e io a stento le ho salutate per quanto ero esaurita. Ho sceso la valigia, l'ho data a papà che l'ha messa in macchina e sono entrata dentro, per salutare...
Ho preso il mio piccolo Bruno in braccio consapevole del fatto che non saprà chi sono al mio ritorno, che non si farà prendere in braccio da una "sconosciuta", la sconosciuta le cui braccia però sono state la sua culla quasi ogni giorno, la sconosciuta che lo ama tantissimo e che è in realtà sua cugina maggiore. Poi ho salutato le mie bambine, piangevano, Manuela piangeva già da giorni, la sera prima a tavola parlavamo di topic random e non del mio viaggio imminente ma lei ad un certo punto è scomparsa dalla mia visuale, accoviacciata sulle gambe di zia piangeva. Zia mi ha detto che anche a scuola aveva pianto con la sua maestra e anche a letto qualche giorno prima... La mia piccola di quasi 7 anni è sempre stata una delle persone che più mi abbia dimostrato affetto. Anche le altre arano tristi, Mariavittoria non è una tipa emotiva ma è una pacioccona, la mia e nei giorni precedenti me la ritrovavo spesso a fianco avvinghiata a me, io mi sono resa conto di quello che stava succedendo solo all'ultimo secondo, come può una bambina così piccola aver realizzato  che non avrebbe visto sua cugina per un bel po' di tempo? Delle bambine, anche Stefania ed Eleonora (si ho una piccola ononima) mi stringevano forte e piangevano...
Mia nonna anche lei piangeva, l'ho abbracciata e in una valle di lacrime l'ho implorata di non riordinare la mia camera e di non buttare nessuna delle mie cose... Le mie zie piangevano anche loro, tutti hanno pianto quel giorno...
Ultime cose con papa' e poi a casa. Io, Viviana e Francesca siamo rimaste in camera con Vittoria, mia sorella.
Al momento di andare Vittoria ha cominciato a piangere non so il motivo, non ha nemmeno 2 anni ma sembrava sapesse che stavo per partire per un lungo viaggio.
Alle 8 appuntamento al Cookery con gli altri, un'ultima pizza prima di partire era necessaria. Quando sono arrivata c'era una specie di folla li' fuori, Alcuni aspettavano solo il mio arrivo e sono andati via subito dopo avermi salutato come Francesco, l'ho abbracciato e gli ho detto ci vediamo presto; lui ha riso.
Eravamo tutti seduti a tavola, le mie ragazze con qualche fidanzato e poi ci hanno raggiunto anche Emanuel e Lorenzo.
Uno alla volta sono andati via tutti. La prima è stata Sveva.

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